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Il movimento: cosa fai per essere in forma?

L’organismo umano non è nato per l’inattività. Il movimento, e una regolare attività fisica, anche di moderata intensità, contribuisce a migliorare tutti gli aspetti della qualità della vita.

In particolare la forma, la struttura e la fisiologia dell’organismo suggeriscono che la locomozione a piedi sia quella più spontanea ed efficiente.
Diversamente è noto come la carenza di attività fisica, un livello insufficiente di attività motoria, nonché la sedentarietà, molte ore al giorno trascorse seduti, sia un problema che impatta fortemente e negativamente sulla salute.

La sedentarietà provoca una progressiva modifica delle caratteristiche strutturali del muscolo e dei tessuti molli nella perdita di elasticità, sostituzione adiposa delle fibre non utilizzate, disidratazione delle cartilagini con conseguente riduzione dei gradi di movimento. Anche l’osso in assenza di uno stimolo meccanico si impoverisce del contenuto minerale contribuendo a osteoporosi e fratture.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’attività fisica è qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richieda un dispendio energetico. Gli adulti (18-64 anni) devono praticare per almeno 150 minuti alla settimana, attività aerobiche ad intensità moderata, oppure 75 minuti ad elevata intensità; vanno poi svolti specifici esercizi per rinforzare i principali gruppi muscolari almeno due volte a settimana.

Contrariamente a quanto si pensa, nella vita di tutti i giorni il camminare a passo tranquillo, guidare, svolgere lavoro d’ufficio, svolgere faccende domestiche, sono attività di lieve intensità che non raggiungono quella soglia di sforzo per il quale sono dimostrati effetti salutari.

L’esercizio fisico è definito per quantità, durata, intensità e frequenza e deve essere personalizzato sul singolo. Esempi di esercizio fisico sono i programmi personalizzati utilizzati nelle palestre o le tabelle di esercizi preparati dal fisioterapista a scopo riabilitativo o preventivo in caso di traumi o patologie croniche come diabete, obesità, patologie cardiovascolari, sindrome metaboliche per le quali l’esercizio è così importante da essere definito TERAPIA.

Questo perché l’esercizio fisico:

  • influisce sul controllo metabolico
  • incide sul controllo della glicemia
  • previene l’ipercolesterolemia
  • previene l’ipertensione
  • diminuisce lo sviluppo di malattie cardiache riducendo il rischio di morte prematura (in particolare quella causata da infarto)
  • previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture
  • previene disturbi muscolo-scheletrici come il mal di schiena
  • riduce i sintomi di ansia, stress e depressione
  • favorisce il benessere psicologico attraverso lo sviluppo dell’autostima, dell’autonomia, facilita la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti
  • riduce il rischio di obesità
  • irrobustisce l’osso grazie alle pressioni alle quali è sottoposto quest’ ultimo
  • favorisce la crescita armonica dell’intero rachide
  • permette di sfruttare tutti i gradi di movimento delle varie articolazioni prevenendo patologie dolorose
  • rinforza le capsule articolari soggette a traumi e lussazioni

È importante dunque intraprendere un’attività fisica per la nostra salute o per recuperare al meglio dopo un’infortunio seguiti sempre da un professionista del settore.

Gabriele Simeone


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Il drenaggio linfatico (o linfodrenaggio) è un massaggio manuale utilizzato fin dall’antichitá per risolvere i problemi dovuti ad edemi da stasi.

La sua azione drenante, o antiedematosa, favorisce la circolazione linfatica accelerando i processi di filtraggio e riassorbimento dei liquidi che ristagnano nell’interstizio.
La rimozione della linfa permette di portare via non solo acqua ma le proteine plasmatiche e le scorie (virus e batteri) in essa contenuti, convogliandola verso i linfonodi dove viene depurata. Tale processo favorisce l’arrivo di nuova linfa, carica di ossigeno e sostanze nutritive, ai tessuti.
Sostanze indispensabili per la rigenerazione cellulare, il potenziamento delle difese immunitarie e il miglioramento delle condizioni estetiche. Il linfodrenaggio favorisce tutte queste condizioni.

Per i suoi molteplici effetti, il linfodrenaggio manuale, trova applicazione sia nel campo della medicina estetica (trattamento della cellulite), sia nel trattamento di svariate patologie edemigene dovute al decorso post operatorio, post traumatici, post flogistici ( batteri,virus) da disuso (anziani, allettamento, osteoartropatici), gravidanza, radioterapia, etc. È opera del personale medico qualificato occuparsi di queste problematiche e la conoscenza della sua anatomia è un elemento fondamentale per garantire un esito favorevole al trattamento manuale.

Partiamo quindi dall’inizio. Com’é composto un vaso linfatico e come si comporta.
La rete linfatica é un circuito lungo ed articolato che viaggia lungo tutto il nostro corpo, è composto da un sistema periferico superficiale che per differenza di gradiente pressorio assorbe la linfa dall’interstizio, un secondo settore costituito da “precollettori” e “collettori” che svolgono il ruolo di conduzione veicolando la linfa verso le ghiandole linfonodali dove viene depurata e da qui nei tronchi principali.

L’unità funzionale del sistema linfatico è munito di valvole ripartite ad intervalli regolari, lungo il suo decorso, che permettono il deflusso della linfa in un’unica direzione centripeta, e di una parete muscolare liscia con proprietá contrattile autonoma che insieme al sistema muscoloscheletrico, i movimenti respiratori e i movimenti peristaltici intestinali spingono la linfa verso il torrente circolatorio venoso.

Per queste caratteristiche anatomiche il massaggio linfodrenante si differenzia da tutti gli altri massaggi tradizionali per le sue manovre leggere, lente, ritmiche. Il metodo ancora oggi più conosciuto è quello studiato dai coniugi Vodder negli anni 30.

Dagli anni 60 in poi, gli studi di Albert Leduc hanno portato ad un’evoluzione della tecnica di linfodrenaggio manuale, supportata da criteri di scientificitá, grazie anche allo sviluppo di moderne tecniche di indagine strumentale. Esse hanno consentito di evidenziare nuovi aspetti morfologici e funzionali fino ad allora sconosciuti.

Le manovre fondamentali sono tre, la manovra di preparazione delle stazioni linfonodali, manovra di svuotamento e manovra di reimmisione. Queste devono sempre rispettare regole fondamentali, la pressione leggera, la durata media di 3/4 secondi a manovra, la direzione craniocaudale e caudocraniale e infine non deve essere usato nessun unguento o crema x far scorrere le mani ma devono fare attrito con la cute del paziente.

L’effetto immediato che percepisce il paziente, se il massaggio è ben eseguito, è una sensazione di rilassamento e di leggerezza degli arti ed il bisogno di “fare pipì”.

Il drenaggio manuale ha come effetto principale l’attivazione delle stazioni linfonodali e il riassorbimento nel circolo linfatico soprattutto delle proteine presenti nell’interstizio, se a questo trattamento associamo un drenaggio meccanico effettuato dalla pressoterapia, aumentiamo l’effetto di deflusso della componente idrica grazie alla forte azione pressoria che esercita la macchina a livello dell’interstizio.

Aspetto importante: va sempre curata la preparazione manuale dei linfonodi prima di applicare la macchina.

Se a tutto ciò abbiniamo una buona ginnastica isotonica e una buona ginnastica respiratoria, aumentiamo la spinta muscolare della linfa verso i dotti principali. Non abbiamo trascurato nessun aspetto, ma possiamo anche limitarci al farci coccolare da questo dolce massaggio.

Provare per credere.

 

Michela Freddi


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La postura è l’insieme di tutti gli adattamenti che il nostro corpo ha rispetto all’ambiente conseguentemente a diverse situazioni, condizioni fisiche ed emotive. Si tratta della posizione che il corpo ha rispetto alla gravità nella sua totalità o in alcune parti in determinate condizioni statiche o in movimento ed è quindi  un modo di essere nel proprio spazio di vita.

Avere una postura corretta è molto importante per la prevenzione di dolori fisici e la prevenzione di traumi sia muscolari che Osteo-articolari e per avere contestualmente una maggiore mobilità fisica, una maggiore agilità e una maggiore resistenza.

Inoltre, migliorare la postura significa migliorare l’aspetto della persona e la sua capacità di comunicare con il linguaggio del corpo.

Le disfunzioni posturali possono avere cause diverse come  problematiche fisiche o  abitudini scorrette che creano dei disequilibri statici e dinamici.

È chiaro che una postura sbagliata non ha conseguenze negative immediatamente visibili ma, a seconda dei casi, può comportare dei problemi che con il passare del tempo portano ad adattamenti del corpo irrimediabili. Proprio per questo motivo è bene tenere sotto controllo la propria postura!

Bisogna però affidarsi a persone competenti che ci aiutino a capire quale sia la postura migliore per il nostro benessere eseguendo un esame posturale mirato con l’utilizzo di test appositi per stabilire con precisione in quale parte del corpo si evidenzia uno squilibrio.

A tal proposito il Ministero della Salute ha stilato le “Linee guida nazionali sulla classificazione, inquadramento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni.”

Laddove si rendesse necessario, è consigliabile eseguire programmi di ginnastica ed esercizi mirati e utilizzare strumenti destinati alla correzione di una postura errata.

Il corpo umano può riprogrammarsi in base al cambiamento delle situazioni al fine di raggiungere un nuovo equilibrio: se in un primo momento le modifiche del corpo sono fisiologiche, col tempo possono diventare afisiologiche e portare a modifiche anatomiche e strutturali a più livelli.
Tutto questo è determinato dal fatto che nell’organismo umano la funzione incide e comanda la struttura:  si parla in questo senso di enagramma motorio, indicando con questa definizione l’insieme delle capacità motorie che l’organismo di una persona ha memorizzato e che attiva un legame fra Sistema Nervoso Centrale, tramite i neuroni, e quelle capacità.

È quindi bene non sottovalutare assolutamente  l’incidenza  significativa degli errori posturali sul corpo umano e sulla possibilità di insorgenza  di alcune affezioni e patologie.

Andrea Tiburzi

Leggi l'articolo dal sito del Ministero della Salute

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Il nostro staff medico si amplia: da oggi puoi prenotare presso la nostra segreteria una visita con il Dott. Fabio Martinelli, angiologo e specialista in chirurgia vascolare.

 

Oltre alla visita, il Dott. Martinelli potrà proporre esami diagnostici e trattamenti curativi effettuati direttamente da lui presso il Centro Fisioterapico Aurelio grazie alla dotazione di sofisticate apparecchiature.

La visita del Dott. Martinelli è finalizzata alla DIAGNOSTICA ARTERIOSA, per valutazione di aterosclerosi e patologia aneurismatica e alla DIAGNOSTICA VENOSA per la valutazione di insufficienza venosa cronica e trombosi o trombo-flebiti.

Presso il nostro Centro, oltre alla visita con il Dottore potrete usufruire delle seguenti prestazioni specialistiche:

ECOCOLORDOPPLER  VENOSI E ARTERIOSI

  • Vasi epi-aortici
  • Aorta addominale
  • Arti superiori
  • Arti inferiori (con esecuzione di ABI index)

 

TRATTAMENTO VARICI E CAPILLARI

  • Laserterapia
  • Terapia sclerosante
  • Chirurgia venosa

 

TRATTAMENTO ULCERE

  • Terapia medica
  • Bendaggi
  • Medicazioni avanzate

 

Prenota subito una visita.
Per chi è già cliente del Centro Fisioterapico Aurelio, sono previste tariffe agevolate.

Prenota via mail Contattaci

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Primavera in arrivo e primavera vuol dire rinascita, energia, vuol dire benessere.
Non farti trovare impreparato!

Per vivere a pieno il tuo benessere psichico prenditi innanzitutto cura del tuo benessere fisico.

Prenota un ciclo di 10 sedute da effettuare tra il 19 febbraio 2018 e il 30 Aprile 2018 e anziché pagarne 10 ne pagherai 8.

In più se non hai una prescrizione e non sai quale sia la fisioterapia giusta per te, nei mesi di febbraio e marzo ti offriamo la visita fisiatrica gratuita se prenoti lo stesso giorno le sedute presso il nostro centro.

L’offerta è valida su tutta la fisioterapia fisica e manuale a fronte del pagamento anticipato di tutto il ciclo di terapia.

 

Richiedi un preventivo gratuito

 

Oppure chiamaci ai numeri 06.66418916 e 06.66411161.

Oppure, se preferisci, vieni a trovarci e saremo lieti di rispondere alle tue domande.


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Approvato il ddl Lorenzin che riforma gli ordini professionali nelle professioni sanitarie: riconosciute anche osteopatia e chiropratica.

22 Dicembre 2017 una data importante:  anche in Italia l’osteopatia e la chiropratica sono professioni sanitarie riconosciute, con ordine professionale – con tanto di deontologia e sanzioni – che garantisce più tutele agli iscritti e soprattutto ai cittadini che usufruiscono dei servizi erogati dagli Osteopati e dai Chiropratici in Italia.

È stato approvato, infatti il ddl Lorenzin sulla riforma degli Ordini e le Sperimentazioni Cliniche. Il provvedimento è stato approvato con una maggioranza di 148 voti su 173 senatori presenti nel corso della seduta al Senato.

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha dichiarato:

Oggi è una giornata molto importante per la sanità italiana e sono veramente orgogliosa dell’approvazione definitiva da parte del Senato del ddl che porta il mio nome perché s’introducono fondamentali novità per tutto il settore e perché si aggiunge un nuovo tassello fondamentale al percorso di riforma del sistema, Questo ddl, che presentai quasi 5 anni fa, ha avuto una gestazione lunghissima in Parlamento e introduce misure importantissime per la sanità e per un milione di persone che vi lavorano.

E d’ora in avanti basterà che gli iscritti a un albo sia superiore a 50mila professionisti per poter richiedere al Ministero della salute l’istituzione di un nuovo Ordine.

Questo è un provvedimento atteso da molti anni in Italia, sia dai professionisti che lavoravano in una incertezza giuridica che ormai era insopportabile, sia dai più di dieci milioni di italiani che si affidano ai trattamenti degli Osteopati e dei Chiropratici.

Si tratta di un primo passo per permettere al nostro paese di essere al pari con gli standard internazionali, e per garantire ai cittadini sicurezza e tranquillità sul professionista che si occupa del suo benessere.

Ora il cammino è iniziato, si aspettano i decreti attuativi e le linee guida per la creazione definitiva delle nuove figure professionali, ma sicuramente, questa è una bella notizia.

D.O. Andrea Tiburzi


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Chi di voi non si è mai rotto un polso, una caviglia o semplicemente un dito?

From Pinterest

E’ giunta l’ora di dire addio al prurito insopportabile, alla pelle secca e alle buste di plastica per coprire il gesso per fare una doccia. È arrivato Osteoid, il tutore-custodia, stampato in 3D, che oltre a proteggere l’arto come un normale gesso, incrementa il processo di rigenerazione ossea.

Realizzato in materiale termoplastico, atossico e indeformabile, Osteoid, oltre a garantire traspirazione, pulizia e immobilizzazione, prevede il collegamento a un generatore LIPUS ad ultrasuoni a bassa intensità.

L’impiego degli ultrasuoni garantisce una riduzione dei tempi di saldatura della frattura fino al 38%. Promette inoltre di aumentare il tasso di guarigione fino all’80% rispetto ai calchi tradizionali.

Sfruttando la tecnologia della stampante 3D, in più, Osteoid risulta essere totalmente personalizzabile. Viene scannerizzata la parte del corpo interessata dal trauma  e i dati ottenuti vengono elaborati, in un secondo momento, da un software.  A seconda della situazione clinica, viene calcolato il peso, la densità ed il punto di bloccaggio del tutore, il quale verrà prodotto in due pezzi che si agganciano grazie ad un sistema di incastri.

Già premiato all’A-design Award & Competition per le sue caratteristiche Hi-Tech e per il suo design innovativo, Osteoid spalanca le porte del futuro nell’ortopedia, segnando un nuovo traguardo per la stampa 3D nel campo biomedicale.

Lorenzo Zanchetta


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Cicatrici: ti sei mai chiesto perché dopo diverse terapie e un periodo di benessere, il dolore si ripresenta senza che questo sia legato ad una lesione specifica?

Molto spesso è dovuto alla presenza di cicatrici recenti o passate, che sono ancora ‘attive’ o patologiche. Ciò perché sul piano funzionale, una cicatrice può disturbare la qualità del movimento ostacolando le vie di guarigione del corpo.
Vediamo come.

 

Tutte le strutture del nostro corpo (ossa, muscoli, nervi, etc) sono circondati da tessuto connettivo che ha il compito di sostenerli e proteggerli. Questo tessuto connettivo viene definito fascia, una rete tridimensionale molto importante da un punto di vista funzionale, in quanto, essendo elastica ogni trazione, ostacolo o stiramento a livello locale si ripercuote sull’intero sistema.

I tessuti del corpo sono organizzati in vari strati che grazie alla fascia scorrono gli uni sugli altri garantendo funzioni di supporto, metaboliche e di stabilizzazione meccanica. In seguito ad una ferita, la cute e i tessuti più profondi vengono lesionati, innescando così meccanismi di riparazione con formazione di tessuto fibroso da parte di cellule specializzate, che permette la guarigione della ferita.

Anche quando il chirurgo esegue un intervento chirurgico incide più strati e li sutura insieme, causando la formazione di un fulcro che limita la distensione della fascia. Questa zona, in cui si crea un’alterazione della circolazione sanguigna, linfatica e le terminazioni nervose vengono bloccate, viene definita aderenza cicatriziale.

Una cicatrice provoca danni meccanici tanto maggiori quanto più importanti sono le aderenze cutanee e sottocutanee ed a seconda della sua posizione sul corpo.

Si parla di una cicatrice di “buona qualità” quando questa è morbida, di un colore simile alla cute circostante, poco evidente, non dolente e non aderente ai tessuti più profondi.
Non sempre però la cicatrice è di buona qualità. Si può formare una cicatrice che si presenta rossa, dura e in rilievo ma che non oltrepassa i limiti della ferita iniziale, con dolore e prurito, che viene definita cicatrice ipertrofica; una cicatrice che presenta tessuto fibroso in eccesso che ricopre una superficie maggiore della ferita che l’ha causata che prende il nome di cicatrice cheloidea (cheloide); una cicatrice leggermente avvallata a causa di tessuto cicatriziale insufficiente, che in alcuni casi può causare la riapertura di ferite che sembravano rimarginate, definita cicatrice atrofica; una cicatrice caratterizzata da retrazione cutanea con riduzione della superficie che ha come sede tipica aree articolari sottoposte a flessione o estensione e che provoca deficit funzionale chiamata cicatrice retraente.

Infine la cicatrice distrofica che si ha quando la cicatrizzazione non si completa a causa di problemi locali di circolazione sanguigna, infezioni, diabete, alcune malattie metaboliche o endocrine, stati di denutrizione o l’assunzione di alcuni farmaci come i corticosteroidi.

Ed ecco che le cicatrici derivate da interventi quali appendicectomia, taglio cesareo, laparoscopia, meniscectomia, discectomia, protesi di anca o ginocchio, artroscopia ad arti superiori e inferiori, interventi chirurgici al cuore, solo per citarne alcune, possono provocare lombalgie, dolori musoloscheletrici, problematiche organiche e disordini posturali. Ciò avviene perché la presenza di aderenze con il tessuto sottostante si manifesta come un disturbo per il Sistema Nervoso Centrale che risponde con una serie di compensi, modificando la postura del corpo.

Il bambino, poiché in crescita, può avere maggiori conseguenze da questo punto di vista.

Il trattamento delle cicatrici prevede l’uso di diverse tecniche a seconda del caso: il massaggio connettivale per ridurre le aderenze con i tessuti sottostanti, la Cupping Therapy per favorire lo scollamento tessutale con l’effetto vacuum, la mio-fibrolisi (tramite strumenti detti fibrolisori di vari materiali), il Taping Neuromuscolare che, con effetto decompressivo, crea spazio tra i differenti tessuti, laser e ultrasuoni.

In seguito agli interventi chirurgici sopracitati è assolutamente consigliato oltre ad affrontare un percorso di fisioterapia, trattare le importanti cicatrici anche a distanza di anni dall’evento che le ha provocate, potendo così ripristinare l’elasticità dei tessuti e migliorare tutti gli effetti secondari provocati dalle aderenze della cicatrice oltre che migliorarne l’aspetto da un punto di vista estetico.


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Il movimento è alla base della vita relazionale dell’uomo ed è lo strumento principale per l’interazione con ambiente e persone.

La naturalezza del movimento fa sì che questo appaia spesso come un fenomeno semplice, infatti solo all’insorgere di una problematica nell’esecuzione ci rendiamo conto della reale complessità.

Esistono più sistemi nel nostro corpo che si occupano del controllo del movimento:

  • Il primo, più “antico”, è composto dall’effettore muscolare e dalle parti meccaniche dell’organismo (ossa, tendini, articolazioni, legamenti);
  • Il secondo, invece, è il sistema nervoso che, grazie al proprio sviluppo ed evoluzione, permette la pianificazione e l’esecuzione di movimenti complessi e finalizzati ad un’attività (scrivere, suonare uno strumento, ecc…).

È evidente, quindi, l’esistenza di due differenti sistemi motori: il più antico deputato prevalentemente al controllo dei muscoli posturali ed assiali, ed uno più recente ed elevato, che ha il compito di controllare i muscoli distali ed è responsabile di una motilità fine.

È importante, nonostante la distinzione di questi due sistemi, non pensare che siano estranei l’uno all’altro. Infatti i movimenti distali di motricità fine non solo provocano delle contrazioni dei muscoli posturali, ma, senza l’aiuto di questi ultimi, non potrebbero essere svolti correttamente, poiché svolgono due ruoli fondamentali: stabilizzano le singole articolazioni e producono movimenti del tronco che mantengono il centro di gravità all’interno della base d’appoggio. Si pensi, ad esempio, alla differenza facilmente percepibile tra scrivere una parola su un foglio, seduti alla scrivania, e scriverla su di una lavagna stando in piedi: nel secondo caso l’azione della muscolatura deputata all’assetto posturale è fondamentale perché la muscolatura distale possa svolgere il compito in modo corretto.

L’apparente semplicità del movimento, che nasconde dietro di sé una complessità ben più vasta di quella sopra descritta in modo sommario, è solo un esempio del gioco di incastri ed ingranaggi che compone il nostro organismo nelle varie dimensioni vitali.


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